Lo confesso, come buffone me la cavo bene, anche nelle situazioni più formali ed inaspettate. Ma deve essere evidentemente la mia natura di guitto parlatore – per altro continuamente allenata – che ho ereditato per via famigliare dalle mie amate nonne.
Qualche settimana fa mi è capitato di essere a Berlino, presso la Galleria Arndt, in occasione della vernice di The Urethra Postcad Art, mostra che raccoglie tutta le serie di cartoline postali del duo britannico. La situazione era un po’ formale, con un pubblico non proprio da squatter, come spesso capita di vedere nella capitale tedesca. In occasione dell’antologica è stato pubblicato un catalogo corposo (a dire il vero un tomo noiosissimo che consiglio solo a chi voglia sfoggiarne il dorso sullo scaffale della libreria) e i due artisti si sono prestati al rito del book signing, mentre i camerieri distribuivano sandwich con cetriolo e salsine british.
Ho approfittato per fare delle foto e poi ho stretto loro le mani. In realtà non si aspettavano di essere toccati e ho avuto la sensazione che la cosa li mettesse un po’ in imbarazzo. Ma oltre alle frasi di rito non sono riuscito a trattenere la battuta. “You were the first singing sculpture years ago, now you’re the first signing sculpture!”.
Non so se sono stato il centesimo stupido a fare la battuta (probabile) oppure il primo che si è permesso. Fatto sta che hanno riso di gusto. Che faccia curriculum?
