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Sgarbi soprintendente congelato

Alla fine l’hanno congelato, come le patate, la pizza o il minestrone. Sì, perché il Ministrino della Cultura della nostra cara Italietta vuole proprio il menestrello ferrarese alla Soprintendenza di Venezia. Ma la ciambella non gli è venuta con il buco, essendo lui un pasticcere modesto e avvezzo essenzialmente ai buchi nell’acqua.
Fatto sta che la Corte dei Conti ha bocciato la nomina di Sgarbi, il quale ha pensato bene di andarsene in ferie, spiegando però di obbedire “come un soldato, in assoluta sintonia con il ministero”. “Sarà un po’ una sofferenza – prosegue Sgarbone – perché la parola ferie non mi appartiene, ma non vedo l’ora di tornare”.
E intanto al suo posto è stata messa pro tempore Annamaria Spiazzi, in attesa che il Mibac avvii nuove procedure. Un pezzo di cabaret la dichiarazione di Bondi: “Anche in caso di concorso vincerebbe comunque lui”. Alla faccia della correttezza istituzionale e del rispetto degli altri candidati.
Caro Sandro, la prego, non si occupi di cultura. La preferiamo di gran lunga quando scrive poesie per Berlusconi.

La Corte dei Conti blocca Supersgarbi alla Soprintendenza

Roboante bocciatura della nomina di Supersgarbi alla Soprintendenza di Venezia. La Corte dei Conti, cui aveva ricorso la UIL, si è opposta alla scelta del ministro Bondi poichè esistevano già internamente all’amministrazione figure con i requisiti (nella fattispecie Fabrizio Magani, già reggente nella città lagunare, e Isabelli Lapi, del fiorentino Opificio delle Pietre Dure) e la procedura di eccezionalità con cui è stato assegnato l’incarico al chiacchieratissimo critico ferrarese non avrebbe delle ragioni sufficienti.
Insomma il classico fatto di procedura e discrezionalità. Niente invece contro l’opportunità di assegnare l’incarico ad un dipendente di stato infedele e già condannato. Scommettiamo che alla fine l’avrà vinta il prepotente Vittorio?
Disgusto a go go. 

Sgarbi: voglio lotto alla Biennale

Ancora parole sulla Biennale, alle molte già dette, da parte del neosoprintendente di Venezia Vittorio Sgarbi nonché commissario dell’italico padiglione. Parola d’ordine mischiare: esporre gli artisti antichi all’Asenale e i nuovi nei musei veneziani. E poi mettere in luce i mille legami tra antico e moderno.
Proposte che non sono male. Vi ricordate il miracolo di Artempo in cui le carte erano magicamente mischiate? Miracolo, appunto, che capita di rado. E comunque peccato che lo scopo della mostra ospitata al padiglione italiano sia – per statuto – ben altro, cioè promuovere e mostrare le ultime ricerche nel campo del nostro Paese. Ma ovviamente Sgarbone avrà carta bianca dall’incompetente Bondi e probabilmente il presidente Baratta non farà tanti casini, per evitare strumentalizzazioni politiche e perdite di poltrone.
Alla fine avremo un sacco di persone che si vedranno il pur stratosferico Lotto col biglietto della Biennale, mentre gli sfigati artisti contemporanei ce li beccheremo in giro per la città. Un po’ come capita ai paesi che il padiglione non ce l’hanno. Ma questa volta, ne siamo sicuri visti i gusti da muffa dello Sgarbone, non se ne accorgerà nessuno.

Sgarbi soprintendente a Venezia? Per Bondi è sì

La prima cosa che ho pensato è che al peggio non ci sia mai fine. La seconda che il posto più appropriato per Bondi sia un convento lontano dalle cose mondane, dato che quelle poche volte che va al suo ufficio in via del Collegio Romano – è il ministro più assenteista: Brunetta dove sei? – commette cappelle clamorose. Caro ministro, la prego, stia lontano dal Mibac e si dedichi piuttosto a seguire quel sentiero illustre tracciato da Francesco Petrarca: scriva poesie, non importa se saranno dedicate a sua altezza il re dei nani; sarà sempre il male minore.
Contrariamente infatti al primo nome uscito di Fabrizio Magani, già responsabile della Soprintendenza di Verona, il ministro ha tirato fuori dal cilindro il nome di Vittorio Sgarbi. Proprio lui che sarà responsabile dell’italico padiglione alla prossima Biennale. Proprio lui che tutto sa di arte da Fidia a Cattelan. Proprio lui che è stato condannato nel 1996, con sentenza definitiva del Pretore di Venezia, a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato (era dipendente ministeriale proprio nella città lagunare).
Evidentemente per Bondi quel curriculum da uomo disonesto è adatto per il ruolo. Che ministro per bene.