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Speranze ad Artefiera

Si è chiusa oggi Artefiera, il primo appuntamento dell’anno delle gallerie italiane con il mercato. Come è normale in occasioni simili, ho incontrato molti galleristi abbastanza felici, qualcuno addirittura raggiante; altri invece era delusi. E’ sempre difficile capire come è andata nel suo complesso, ma la sensazione che ho avuto è che paiono esserci prospettive positive e c’è la speranze che i collezionisti tornino ad essere disposti a spendere. Speriamo che la rondine faccia proprio primavera.
Questa edizione si è caratterizzata da un certo rinnovamento del parterre delle gallerie, con qualche evidente assenza dei big milanesi e torinesi, che evidentemente non credono più al sistema italiano (ricordo che il solito prevedibile Politi, in un’intervista di qualche anno fa alla Rai, suggeriva ai collezionisti di non andare ad Artefiera ma di spendersi gli stessi soldi da Prada o da Armani ed andare a farsi un giro altrove) oppure preferiscono andare ad Artissima  che è più internescional.
La parte che mi è piaciuta della fiera è stata quella delle nuove gallerie (soprattutto Mario Mazzoli, Apart, SpazioA, Deanesi, Pantaleone), davvero fresca e stimolante, con punte interessanti negli altri padiglioni con Perugi, LipanjePuntin e Jonathan Levine. Inboccallupo a tutti.

Scommessa MiArt

Collezionisti, artisti e galleristi si daranno appuntamento al MiArt questo fine settimana. Non so se l’affermazione corrisponda al vero. Certo ci sono le elezioni e quindi molti milanesi staranno a casa e, almeno domenica, un passaggio lo faranno, anche solo per salutare amici e conoscenti.
Ma la vera domanda è: Milano ha davvero bisogno di una fiera? Dov’è il sistema dell’arte milanese in grado di esprimere un evento di mercato di livello? O si rassegnerà ad essere il terzo o quarto evento dell’anno dopo Bologna, Torino e Roma? Anche perché ArtVerona è alla calcagna…

Arriverà ad Artefiera il convitato di pietra?

Si inaugura oggi pomeriggio – forse con troppe aspettative – Artefiera, il principale evento commerciale per chi si occupa di arte nel nostro paese. Dopo l’annus horribilis appena trascorso con la crisi economica che ha falcidiato le tasche di molte persone, è il collezionista medio che fa il mercato il grande punto di domanda. Tutti ovviamente sperano che arrivi e non sia un semplice convitato di pietra.
I prezzi un po’ più bassi e le aspettative di un’economia in leggera crescita saranno un incentivo sufficiente, oppure parafrasando Mozart, sarà “come l’araba fenice, che vi sia ciascun lo dice, ma nessuno sa dov’è”?.
Vedremo. Nel frattempo le numerose iniziative off nella città e nei musei non possono che essere di buon auspicio.