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Marc Augé, la Padania e l’arte concettuale

Vivo in Padania. Padania dovrebbe essere sostanzialmente un espressione geografica, non dissimile da quella che gli antichi Romani chiamavano Gallia Cisalpina. In realtà è ben altro. E’ un invenzione politica, poiché non vi sono che pochi elementi paesaggistici, culturali, linguistici ed antropologici che accomunano tutte le persone che qui abitano (non esiste ad esempio una lingua, e stesso discorso si può dire per le tradizioni o per la cucina). E’ un posto che sta nella terra di Utopia, un luogo immaginario che riempie più le lingue che le idee.
Ma soprattutto la Padania è un nonluogo. Secondo Marc Augé – copio ed incollo da Wikipedia – i nonluoghi “sono spazi in cui milioni di individualità si incrociano senza entrare in relazione, sospinti dal desiderio frenetico di consumare o di accelerare le operazioni quotidiane o come porta di accesso ad un cambiamento, sia reale che simbolico”. I nonluoghi sono prodotti della società “della surmodernità”, incapace di integrare ed assorbire le valenze dei luoghi storici, che vengono invece banalizzati e circoscritti.
La Padania insomma, al massimo può essere il giornale pieno delle amene cazzate dei leader del Carroccio. I nonluoghi, infatti, hanno la prerogativa di “non essere identitari, relazionali e storici, in contrapposizione ai luoghi antropologici”. E qui, dall’ampolla a tutti i riti celtici da sagra della stuipidità, per darcela a bere la storia se la sono dovuti inventare.
Mammia che spiazzamento. E che artisti quella della Lega. Ora ho capito tutto: la Padania è un’opera concettuale. Me l’hanno proprio fatta sotto il naso.

A Nitsch “il sanguinario” negata la cittadinanza onoraria

E’ il solito papocchio all’italiana, e come sempre facciamo la figura dei deficienti. La trama in sintesi è questa.
In occasione dell’Asolo Art Film Festival viene organizzata nella cittadina trevigiana una mostra di Hermann Nitsch, annunciata alla stampa a luglio. Qualche giorno prima dell’inaugurazione della mostra il sindaco propone ed ottiene in giunta il conferimento della cittadinanza onoraria all’artista austriaco, che tra l’altro è spesso ospite ad Asolo in occasione dei suoi viaggi.
La settimana della vernice compaiono però in città manifesti contro Nitsch e scoppia la polemica sull’autore, fomentata dagli animalisti, mentre i soliti geni della Lega – al governo in città in coalizione – scoprono allora il tipo di arte che fa l’arzillo e barbuto vecchietto. In consiglio comunale si scopre allora che sono tutti contrari a dare il titolo al “sanguinario” Hermann (anche quelli di sinistra ovviamente), così per qualche giorno il sindaco traballa finché è costretto a fare marcia indietro.
In questo frangente politico la piazza, vera pancia della Lega, ha sempre ragione (e non solo al nord e nella politica locale), anche quando a battere i pugni sul tavolo sono i soliti animalisti oltranzisti ed ignoranti. La sinistra, anche nel piccolo di un comune come Asolo, perde ancora l’ennesima occasione per dire morettianamente qualcosa di sinistra.
Come sempre c’è da vergognarsi. Anche perché la mostra che avrebbe dovuto celebrare il grande Nitsch è piuttosto mediocre. Evviva.