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Pisciate e insulti. Cari Pajetta e Nenni

Nelle pagine di cultura di Repubblica del 27 giugno si può leggere qualche estratto del carteggio tra Nenni e Pajetta. I due politici, l’uno socialista e l’altro comunista, pur nelle tante ruvidezze del confronto (negli anni Cinquanta e Sessanta lo scontro tra le due anime della sinistra è senza esclusione di colpi), si telegrafano di frequente comunicandosi verità, amarezze, reciproche critiche. E’ l’Italia forse un po’ bachettona del dopoguerra, in cui i politici erano però scelti tra le migliori teste che il nostro paese potesse offrire, senza se e senza ma. L’intelligenza, il ricco vocabolario, l’educazione ed il garbo sono la norma, e si vedono anche negli scambi polemici, nel mezzo della lotta politica.
Incredibilmente è un altro mondo – ormai dimenticato – rispetto agli insulti e alle tremende volgarità di pensiero che si sono letti nei mesi scorsi tra i politici intercettati, al mediocre italiano infarcito di testa di cazzo e di stronzo, (figlio di) puttana, coglione e via dicendo. Sembra proprio che non ci siano altre parole da dire, che le persone siano mancanti (cioè deficienti) del lessico necessario per sostenere uno scontro, scuotere o attaccare un avversario.
Viviamo momenti caratterizzati da un’incredibile apoteosi di stupidità, come testimoniato recentemente anche pisciatiella versata addosso a Sgarbi dalla Ripa di Meana. Alla fine davvero non ci resta che chiudere la tivvù e leggere Calvino.

Bonami il calviniano della legion d’Onore

Ho sempre trovato simpaticamente calviniano Francesco Bonami. Un po’ Marcovaldo, un po’ Il curatore inesistente, un po’ Il critico dimezzato. Non nascondo che ho nutrito grande affetto nei suoi confronti per le mazzate prese da Sgarbi alla Sandretto: che dispiacere vedere l’alfiere del contemporaneo prenderle dal cattivo e vigoroso parolaio passatista! Se si aggiunge poi il fatto che abbia pure fatto delle cose non brutte e che la sua Biennale non è stata certo la peggiore del decennio, possiamo dire senza sbagliarci che ci sono curatori ben peggiori. Insomma, forse per intervalla insaniae ma qualcosa di buono lo ha fatto pure lui (tacciamo per onor di patria la sua tendenza all’inciucio con qualche galleria amica).
Colgo con sorpresa la notizia del conferimento proprio a Bonami della Legion d’Onore, prestigioso riconoscimento assegnato ad un parterre de roi di personaggi del mondo della cultura da parte della presidenza della Repubblica Francese. Evidentemente non siamo l’unico paese in cui conta essere amico di. Francesco chapeau, hai dei buoni amici.