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Invito lento

Tutte le volte che mi arriva una lettera o un invito cartaceo mi viene da pensare inevitabilmente alla lentezza. Forse è un po’ colpa dei servizi postali del nostro paese, considerato che ad esempio un invito per la Biennale spedito da Verona a fine maggio mi è stato consegnato la scorsa settimana (40 giorni per fare i 120 km Verona-Conegliano; media 3 km al giorno), come pure quello dell’inaugurazione dell’ultima mostra del Mart, per il quale non sono bastate due settimane per essere a casa mia.
Ma forse l’invito non viene spedito per essere puntuale o per informare (dato che in fondo tutti usano l’email), quanto piuttosto per dare un segnale concreto di esistenza. Dietro la lentezza c’è quindi forse la necessità di voler essere, di dimostrare un concreto substrato fisico e reale, che il mezzo elettronico non possiede. E forse in ricevere qualcosa di fisico c’è il fascino antico della parola scritta che diventa oggetto, epifania. Celebrazione però destinata ad essere uno degli ultimi lembi di Novecento insinuati nel XXI secolo.

Invito su carta. Ma quanto ci costi?

Oggi la cassetta della posta mi regalava il piacere di ben otto inviti a mostre in gallerie ed istituzioni pubbliche. Il che, evidentemente, fa molto piacere. A differenza di quelli inviati per email (in cui gli aspetti fondamentali sono l’efficienza e la rapidità), gli inviti cartacei hanno un dannato fascino che ancora è inspiegabile, tanto più nell’epoca in cui viviamo, basata sulla telematica, sui mezzi virtuali o inconsistenti. Ma valutiamo l’operazione di invio cartaceo in un momento di tagli disumani alla cultura, il che, una volta di più, fa incazzare.
La spedizione del più grande degli inviti, ad esempio, costa € 1.40 ed è stata fatta dalla Regione Veneto – mi immagino a millecinquecento/duemila persone – come lettera normale (non cioè in modalità di recapito massivo). Il che fa una spesa che oscilla tra 2/3mila. A questi vanno aggiunti i costi di stampa, che è stata fatta in un non certo economico cartoncino.
Gli inviti delle gallerie (eccetto uno a 60 cent) mi sono stati mandati invece con Posta target e costano 31 centesimi, praticamente un inezia a confronto. Se gli inviti della mostra di Finzi fossero stati mandati con Posta target si sarebbero cioè risparmiati circa 1600-2100 euro. Una cifra considerevole, non tanto forse per il budget di questa mostra a Villa Contarini, quanto nel totale di un’amministrazione come la Regione Veneto (provate a chiedere 2mila euro di contributo per una mostra e vedrete cosa vi risponderanno).
Anche valutando la cosa dal punto di vista dell’immagine e del prestigio che si vuol costruire attorno ad un evento, ne vale veramente la pena? Non stiamo buttando all’aria dei quattrini pagando un costo-opportunità troppo elevato?