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Provaci ancora Hirst

Svariati quotidiani italiani hanno rilanciato la notizia, uscita sui giornali inglesi, circa la mostra che inaugurerà la sede di Hong Kong di Gagosian, la multinazionale del contemporaneo per collezionisti facoltosi e lussuosamente trendy. Protagonista della mostra sarà Damien Hirst, del quale sarà esposto anche For Heaven’s Sake, ottocentesco cranietto di bambino tempestato di diamanti. Le notizie precisano che l’opera, realizzata su un autentico cranio comprato ad un’asta dall’artista inglese, è del 2008.
Tutta l’operazione però sembra ricalcare – se ce ne fosse ancora bisogno – il medesimo gioco messo a punto per For the Love of God, il primo esempio di impianto di pietre su scheletro che tanto ha fatto parlare di sé. Lo schema è sempre lo stesso: fare scandalo senza contenuti, o, meglio, fregandosene dei contenuti. Perché di sicuro Hirst non è uno sprovveduto e nemmeno un improvvisato, solo che ha deciso di tirare a campare facendo il divo e forse un po’ troppo lo strafottente.
Certo che però il riciclo di idee sta bene nel campo della sostenibilità e dell’ambiente, non certo in quello artistico, tanto più tra coloro che si atteggiano a épater le bourgeois. Mammia che noia. Provaci ancora Diamine Hirst!