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Povero Louvre che racconta balle

E’ un pezzo da capogiro: 65 metri quadrati di pittura ad olio con oltre centoventi figure rappresentate. Stiamo parlando delle Nozze di Cana di Veronese, che fino alla fine del Settecento se ne stava all’Isola di S.Giorgio a Venezia, nel refettorio dei frati benedettini. Furono le truppe al seguito di Napoleone a prelevarlo dalla città per portarlo a Parigi come bottino, e a nulla valsero gli sforzi di Antonio Canova per ricollocare quel pezzo meraviglioso nel convento originale. Sono notizie molto note e che appartengono alla storiografia.
In una recente visita al Louvre ho constato con sorpresa che le schede esplicative della tela in sala raccontano come il lavoro del Veronese “sia stato asportato da Venezia nel 1797,  in virtù del trattato firmato dal Direttorio con la Repubblica di Venezia”. Peccato che la Repubblica non esistesse già più.
Quel capolavoro i francesi lo hanno rubato, il che ne dimostra ancor di più la preziosità, ma non lo vogliono dire. Capisco la grandeur, ma non avrei mai detto che in un museo così importante i cugini d’oltralpe arrivassero a raccontare delle balle ai visitatori. Allons enfants de la mensonge!