Tag: cima da conegliano

Umanità in coda

Nei giorni che hanno preceduta la Pasqua c’è stato il lancio del nuovo aggeggio elettronico della Apple per il quale i soliti pecoroni americani hanno fatto ore di coda. Si sa che il consumismo spinto di quel paese ha i suoi riti, ma fa proprio tristezza vedere i drogati di tecnologia in fila per una novità che qualcuno ha immaginato (e programmato a suon di dollari spesi in marketing) possa cambiare la vita.
Negli stessi giorni qui da noi altre persone facevano la fila per vedere Caravaggio o più modestamente il Cima, mentre era impossibile entrare a vedere il Giorgione senza prenotazione (come puntualmente racconta la collega Pepe). Anche qui pubblicità e modello imitativo hanno fatto un buon lavoro, dato che
all’improvviso la pittura antica è diventata cosa da figaccioni che tutti vogliono.
Ormai tra la cultura o l’iPad non fa più differenza. Producono entrambi un’umanità in fila indiana per spendere. Anche se, di questo si può essere certi, qualcuno in Italia cercherà di passare avanti.

Giovane che guarda Giovanbattista Cima

Giovedì sono stato all’anteprima della mostra di Cima da Conegliano. Quarantacinque opere, con dei pezzi da capogiro. I migliori a mio avviso sono i San Girolamo penitenti e poi le tavole di piccola dimensione, tra cui un meraviglioso tondo con Endimione Dormente, conservato alla Galleria Nazionale di Parma.
Mi sono visto in quel lavoro. Non tanto per l’intensa immedesimazione col soggetto (quella di Giulio Paolini per Lotto per intenderci), ma perché l’opera è sotto plexiglas e ci si riflette pesantemente. Vi saranno ovviamente ragioni di sicurezza, ma pittura e vetro vanno difficilmente d’accordo: perché devo soffrire? Preferirei forse non vedere piuttosto che una visione disturbata.
Penso che vedere sia un privilegio che non si debba negare a nessuno. Vedere me stesso tra le pennellate è invece un’irritante perdita di tempo.