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La cultura ed uno sfogo leghista

Non sono mai stato della Lega e mi sono sempre tenuto lontano da ogni ismo che il movimento del Senatùr & Co. hanno sostenuto in tanti anni di celodurismo, bandiere italiane “da appendere al cesso” e tutti i discorsi da circo che sono stati fatti. Ma pure qualche problema intelligente questa forza politica l’ha posto (spesso dandovi risposte sbagliate o non all’altezza). E uno di questi è quanto conti realmente il Nord sul piano nazionale, dato che – per le inefficienze del sistema politico, informativo e culturale – per troppo tempo è rimasto ai margini dell’attenzione nazionale.
Pensavo questo mentre stavo ascoltando Ventotto minuti su Radio 2, l’insopportabile trasmissione di Barbara Palombelli, esempio della borghesia liberal all’acqua di rose (“de sinistra”), che invitava gli ascoltatori ad andare ad una presentazione di un libro presso l’ennesimo palazzo romano del centro. Ho avuto un attacco di vomito e ho mandato sinceramente a fare in culo lei e chi fa il palinsesto radiofonico.
Non si riesce infatti ancora a rompere questa logica incredibile per cui ciò che capita a Roma o a Milano capita all’Italia intera, anche culturalmente. Nessuno si è accorto che ad esempio il Nordest ha smesso di essere periferia attivando dei processi culturali avanzati (con case editrici, festival, design, gallerie, ecc.) nonostante l’epopea dei mille cornuti – celtici – della Lega, nonostante il sindaco Sceriffo che suggerisce di sparare agli immigrati travestendoli da leprotti, nonostante la simpatia di Brunetta o le puttane di Arcore?

Il capodanno di Bondi

Sandrino Bondi, a sentire gli articoli usciti oggi sui quotidiani di destra e sinistra (dal Il Giornale a La Repubblica), starebbe pensando alle dimissioni. Dispiace che abbia aspettato tanto al fatidico momento, dopo – in ordine sparso ed incompleto – svariate brutte figure: i fondi alla cultura tagliati con la motosega; le assunzioni di amici o loro figli o ex mariti delle concubine; i premi ad attricette bulgare maitresse di bordello (non è difficile immaginare da chi frequentati) pagati con i soldi del ministero; il mancato ripristino del fondo del Fus ai livelli dello scorso anno come pubblicamente promesso, mentre, checché se ne dica, dei crolli pompeiani – poverino lui – non ha responsabilità diretta. Spero insomma che, per tutti questi motivi, la sua scelta sia imminente ed ir-re-vo-ca-bi-le.
Anche perché, nel caso in cui avesse invece esito positivo la mozione di sfiducia che si troverebbe in parlamento a gennaio, a quel punto la sua posizione potrebbe mettere pure in difficoltà l’esecutivo, che già di suo boccheggia. Suvvia caro Ministro, si spicci, che poi il lavoro non gli manca come coordinatore del Pidielle.
E poi c’è San Silvestro. Vuol mettere il piacere di trovarsi senza patemi il 31 sera a fare a gara di rutti a casa Bossi o distrarsi con un po’ di ars palpandi cum diciottenibus ad Arcore? La prego, ci dia motivi per attendere svegli l’anno nuovo e magari sparare qualche fuoco d’artificio. Sarebbe il primo bengala che compro in tutta la mia vita.