Categoria: cultura
Meglio il porno che Sanremo

Quanto mi piacerebbe che in questa settimana, anziché questo spettacolo osceno, Rai Uno avesse trasmesso un bel e moralissimo porno d’autore, magari di Andrew Blake. Da dare una bella scossa a questo pubblico di persone – in coma quasi irreversibile – che ama seviziare il proprio cervello con cazzabbubbole da brivido.
Le prime uscite sulla Sgarbi-Biennale

Povero Louvre che racconta balle

In una recente visita al Louvre ho constato con sorpresa che le schede esplicative della tela in sala raccontano come il lavoro del Veronese “sia stato asportato da Venezia nel 1797, in virtù del trattato firmato dal Direttorio con la Repubblica di Venezia”. Peccato che la Repubblica non esistesse già più.
Quel capolavoro i francesi lo hanno rubato, il che ne dimostra ancor di più la preziosità, ma non lo vogliono dire. Capisco la grandeur, ma non avrei mai detto che in un museo così importante i cugini d’oltralpe arrivassero a raccontare delle balle ai visitatori. Allons enfants de la mensonge!
Cattivi pensierini per l’anno nuovo
Petizione per Rivoli. Azzeriamo le nomine
Rivoltiamo Rivoli. A questo punto della vicenda – benché personalmente non mi dispiacesse la formula bicefala con un curatore italiano ed uno internazione come era Be llini/Hoffmann – pare una necessità chiedere al CDA del museo torinese e ai due neodirettori di dimettersi. Discutibile l’abbinata, inaccettabili le modalità e le pressioni della politica.
Sono stato invitato a sottoscrivere questo appello e non posso esimersi dal farlo. Con i migliori auguri per una soluzione all’altezza della fama dell’istituzione.
Quant’è bella leggerezza
Due kili e seicentocinquanta grammi. Questo il peso del poderoso catalogo a corredo della mostra Giorgione inaugurata settimana scorsa a Castelfranco. Oltre cinquecento pagine e stampa di buon livello: è quello che comunemente si considera un bel tomo, uno di quelli che in libreria si fa notare, anche a distanza, per il dorso corpulento.
Eppure, nonostante il parterre di storici dell’arte invitati a scriverci (spero cose intelligenti), diventerà il milionesimo postmoderno monumento a Gutemberg, alla carta e al denaro sprecati.
Pensiamoci su: a chi giova stampare un volume simile? Gli addetti ai lavori lo useranno per i saggi, il che rende superfluo l’apparato iconografico; i comuni amanti dell’arte lo troveranno fuori misura e non proprio a portata di portafoglio.
Quindi soldi spesi per nulla. Per l’autostima degli studiosi che hanno preso parte al progetto, per i quali “più grande è, meglio è” (il catalogo). Per i politici che potranno vantare un mattone in più nella propria carriera politica. Per i giornalisti che avranno una preda ulteriore nel carniere che non avranno però mai il tempo di leggere. Per l’editore che qualche quattrino se lo fa di certo.
Che spreco, non era meglio fare un volumetto agile e poi un bel pdf da mettere in chiavetta a spese zero? Siamo un gruppo di romantici spreconi. Eppure la leggerezza dell’editoria digitale è proprio lì dietro l’angolo…
Il vizio intellettule del curatore