Categoria: costume

Aspettando cena

C’è caldo. Che ovvietà, è agosto ed è normale che sia così. Eppure ogni anno ha qualcosa di diverso, e questo mese – che è sempre croce e delizia nel cuore dell’estate – talvolta assume aspetti non previsti. Perfino soffrire il caldo può essere sopportabile aspettando una cena in collina, al fresco, quando capita, in barba alla crisi, a Berlusconi e a tutto il resto. Sudare a tavola, bevendo con amici del buon vino, sarà invece una pena dolcissima…

Blu über Alles

Del Muro che ha diviso la città per troppi anni, a Berlino non sono rimasti che un paio di chilometri, divisi in due o tre tratti significativi. Il più lungo di questi è diventato la East Side Gallery, luogo in cui si sono sbizzarriti numerosi graffitari con un progetto appositamente dedicato, messo a punto da una comunità di artisti: è cioè una sorta di galleria a cielo aperto. La qualità è spesso mediocre, ma d’altro canto si sa che gli streetartisti veri non amano molto le situazioni istituzionalizzate.
Da quella sponda del fiume dove è rimasto il Muro si vede invece un lavoro eccezionale, guardando il ponte della ferrovia. Lo stile è inconfondibile: a realizzarlo è stato Blu. I più attenti lo hanno visto per le strade italiane e di tutto il mondo. Un regalo per gli occhi, inaspettato. Questo è poi, in definitiva, uno delle cose più belle della street

Agosto, lavoro mio come ti conosco

Una volta l’agosto coincideva con il vuoto delle città. Fabbriche ed uffici chiusi o aperti per graziadiddìo, ospedali ridotti al minimo, traffico nelle città inesistente.

Ora, progressivamente, tutto questo non capita più. Un po’ perché il modello produttivo sta cambiando, un po’ perché i luoghi stanno vivendo un trapasso antropologico, ed ovviamente la crisi economica. Incontro sempre più spesso persone che lavorano ad agosto, la maggior parte per necessità, qualcuno per snobismo intellettuale. Non so se sia un bene o un male. Spero solo che qualche auto di meno la canicola ci permettano di prendere tutto con calma caraibica.

Povere donne

Trattate male dagli uomini, violentate dagli sconosciuti, mercificate dalla moda, banalizzate dai politici. Povere donne italiane! Ci mancavano solo le offese dei preti e dei cattolici, che considerano l’altra metà del cielo alla stregua delle puttane nello sventurato caso in cui non potessero far fronte alla propria maternità. Non c’è altro da dire sulla Ru486 che finalmente potrà essere usata anche nel nostro paese.
Donna, partorirai con dolore, ma dovrai sanguinare per tutta la vita se dovessi opporti alla natura che ti impone di essere madre contro il tuo volere.
Che inciviltà!

Contro Venezia

Il ministro Brunetta si è scagliato in un’intervista al Corriere contro la gestione della città di Venezia, città “mercificata e svenduta da una classe dirigente […] rinunciando a qualsiasi progettualità per il futuro”. Se i toni paiono forse esagerati (ma si sa, come cantava De Andrè, la vicinanza cuore-bucodelculo può essere nefasta), per certi aspetti la sua analisi può essere condivisa.
Venezia infatti è ormai in mano ai turisti e ai bottegai che di questi approfittano. La città è un salasso continuo e non si vede un futuro se non nell’essere Disneyland d’acqua. Possibile che i suoi abitanti ed una classe politica troppo interessata a mantenere lo status quo abbia bloccato la città solo alla celebrazione dei suoi fasti passati?
Vorrei la metro a Venezia. Vorrei che la gente tornasse ad abitarci. Vorrei che la città non fosse solo un bellissimo e atipico centro commerciale da turisti sudati e tartassati.
Venezia è senza auto. E’cioè la città più moderna del mondo. Perché lasciarla morire nei suoi cliché? Nelle sue lune fradice di romanticismo? Ah, W i futuristi…

Le sconcerie dell'epicureo

Non mi interessa se Berlusconi tradisce la moglie, se va a puttane o a trans, se fa il piglianculo o tutto quello che la sua infinita fantasia, la prostata e il Viagra gli concedono. Non è questa la sconceria: lui è un uomo libero – non giova qui dire grazie a quali astuzie – e può fare ciò che più gli aggrada.
Il vero problema è che tutto questo venga fatto comportando spese a carico dei cittadini o, molto peggio, danneggiando la credibilità del nostro Paese o delle nostre istituzioni. Invece pare di scoprire un’Italia attenta più alle persone con cui il Cavaliere si accompagna che alla sua storia personale e giudiziaria. Alla sua altezzosa volgarità si reagisce col moralismo. Maddai, vergogniamoci!
Silvio, la prego, da buon epicureo quale lei è, viva nascosto. Anzi se proprio non vuole più farsi vedere…

Povero Mastella

Povero Mastella. Da deputato europeo riceverà solo 295 € di rimborso al giorno, oltre agli emolumenti (che da questa legislatura non sono più parametrati a quelli dei singoli paesi), alle spese generali, di segreteria e ai rimborsi dei viaggi. “Una miseria”, come ha detto. Non vorrei essere nei tuoi panni, caro Clemente.
Tra l’altro ho voluto guardare su Booking.com e ho trovato che un quattro stelle costa in centro a Bruxelles o a Strasburgo tra i 100 ed i 200 €. Il che vuol dire che ne rimangono oltre un centinaio per mangiare. Se proprio non ti bastano, caro Clemente, approfitta della continental breakfast del mattino e fai abbondante solo la cena. Se tiri la cinghia a pranzo con un’insalatona, puoi evitare pure l’abbiocco digestivo e mi sei più efficiente, Dimenticavo: il caffè te lo offro io, con abbondante Guttalax.

artistar

Il giorno dell’inaugurazione del Padiglione inglese Steve McQueen era attorniato da un folla di giornalisti, fotografi e cineoperatori. Una massa vociante che strideva contro la faccia seriosa da intellettuale di colore incazzato e look alla Spyke Lee dell’artista chiamato a rappresentare il Regno Unito. Non so cosa abbia pensato McQueen, ma di sicuro ha ricevuto lo stesso trattamento riservato ad una star. E infatti, solo per prenotare la visita – e non per vedere – c’era la coda. D’altronde i sudditi della Regina, assieme ai cugini Americani, sono abituati a fare le code per le grandi occasione mediatiche (e commerciali), dall’uscita del nuovo Ipod o di Harry Potter al concerto dell’idolo di turno: una umanità in fila.
Sensazione finale? Sentirsi ridicoli, tanto più perché, dopo averlo visto, il progetto non convince. E pare che abbiano proprio voluto costruire un evento piuttosto che badare alla sostanza.
C’era una grande coda anche nel 2001 per Schneider era tutta altra cosa…
Fanculo l’artistar!