Categoria: costume

Eurostar

Aiuto. Non ne posso più. Trenitalia anche oggi mi ha massacrato: ritardo di due ore, treno soppresso in corsa (pindarico giro di parole in burocratese ferroviario per dire che ci hanno fermati e costretti a prendere un altro convoglio). So già la risposta quando chiederò il rimborso: “le cause non sono imputabili a nostra colpa”. Oppure “il risarcimento è dovuto solo nel caso in cui avesse prenotato sei mesi fa su internet pagando in anticipo e lasciando sua madre in cauzione”.
Per fortuna che almeno questa volta urlerò io. E non più quei bambini deficienti, figli di genitori deficienti, che mi hanno rotto le scatole per tutto il viaggio in treno, piangendo e parlando ad un tono di voce folle. Voglio andare in Germania.

Montesquieu e San Gennaro

«C’è infatti un altro mago […]. Questo mago si chiama il Papa. Egli riesce a far credere che tre e uno sono la stessa cosa, che il pane che si mangia non è pane o che il vino che si beve non è affatto vino, e mille altre cose di questo genere».*
Dimenticava il buon barone l’ampolla col sangue di San Gennaro, agitata dagli arcivescovi napoletani tre volte all’anno col vigore con cui un adolescente mascolo trova il proprio solitario piacere.
Che bravi però, i maghi che praticano dentro le chiese.

*C.L de Montesquieu, Lettere persiane, tr. it. di G. Alfieri Todaro-Faranda, Milano, Rizzoli, 1984.

Hitler, la madre di dio e i cani che abbaiano

Tutti d’accordo a Verona. Il vescovo, il rabbino capo, il sindaco Tosi: “Quell’opera è blasfema”. Il colpito della scomunica è Giuseppe Veneziano, colpevole di avere presentato ad ArtVerona un olio in cui la madre di dio è in compagnia non del consueto bambino ma di un piccolo Hitlerino in divisa.
Apriti cielo, polemica automatica e vai col liscio. Ovviamente, tutti concordi, i religiosi che abbaiano dal loro pulpito e pure il rottweiler leghista che guida la città. Zum pa pà, zum pa pà!
Non entro a discutere sul valore artistico dell’opera, ma in un paese normale avrebbe semplicemente fatto ridere per il contenuto irriverente o aprire un dibattito sul ruolo della Chiesa nel periodo nazista (anzi caro vescovo, perché non ne parliamo?). Avrei confidato qualche risata anche da parte della comunità ebraica, che invece troppo spesso è attenta quasi solo a custodire i segni della persecuzione subita.
Bello, bellissimo. Almeno ridiamo noi, di tutti. E di gusto.

Mike Bonanotte

Mr. Quiz non c’è più. Pace all’anima sua, condoglianze e tutto il resto. Ora cominceranno le celebrazioni. “Quanto bravo era…”, “ma perché non l’hanno fatto senatore?”, si sentirà dire. Aiuto. La sua figura occupa un posto sproporzionato in Italia, essendo lui l’incarnazione del nazional-popolare che ha trionfato sulla possibilità di fare della televisione d’intrattenimento che non fosse da gente decerebrata (e naturalmente la sua figura è centrale nella nascita del modello culturale delle TV di Berlusconi, che il servizio pubblico non ha opportunamente contrastato). Il modello è quello che si possono fare i soldi, ma soprattutto realizzare i propri sogni, rispondendo a quiz cazzate micidiali, risolvendo rebus o semplicemente adoperando i pannolini marca vattelappesca per contenere la cacca e le abbondanti pisciatelle del proprio neonato. Wow, ho i brividi. Allegria! e Santo subito.

Se il comune graffita i muri

Ne hanno parlato in molti (tra cui il Guardian) dei graffiti di Banksy situati in uno dei sobborghi di Londra che la municipalità ha pensato di smaltare. Lui è uno dei più grandi street artisti ora in circolazione, eccetera eccetera. L’opera in questione non era male e qualcuno, per ecco di zelo, ha ordinato agli operai del comune di cancellarla passandoci sopra della vernice nera. Insomma il Comune è diventato il graffitaro che ha rovinati un contesto urbano di decoro.

Poco male, ma ogni tanto è bello pure che si ribaltino i ruoli. E poi, magari proprio su quel muro, Mr.Banksy potrebbe rispondere…

Il topo che si pappa l'Uomo Ragno

E’ notizia di stamattina che la Disney ha acquistato la casa di produzione Marvel. Topolino insomma si mangia l’Uomo Ragno, Iron Man e i Fantastici quattro in un sol boccone e si candida in una posizione mondiale ancora più elevata di gestione di contenuti d’intrattenimento. Il che sarebbe solo economia, se non avessero a che fare con l’immaginario di una buona porzione di Occidente.
Che dite? Tiriamo fuori del formaggio e proviamo a catturare il topastro?
Forse forse però il problema vero siamo noi. Ma che immaginario abbiamo con sorci, paperi e uomini aracnoformi?

Boltanski e il diavolo

Christian Boltanski ha stretto un patto con il diavolo. Così almeno pare se le dichiarazioni rilasciate in un’intervista a Le Monde corrispondono al vero. L’artista francese infatti si appresterebbe a farsi filmare continuativamente (anche nella propria intimità) per i prossimi otto anni, cedendo le immagini della propria vita ad un miliardario australiano che le potrà vedere, in diretta, e senza la possibilità di registrarle. In questi otto anni Boltanski – che ormai ha 65 inverni sulle spalle e quindi un’aspettativa di vita non più infinita – riceverà un vitalizio, mentre il premio dell’assicurazione sulla sua vita andrà al miliardario in caso l’artista muoia prematuramente (in forma di risarcimento per la mancata prestazione), o resterà all’artista nell’ipotesi contraria.
Inevitabilmente è una scommessa in cui Boltanski mette sul piatto la sua intimità e la sua paura della morte (che sembra esorcizzata da questo atteggiamento ludico e di sfida), mentre il miliardario semplicemente denaro e volontà voyeuristica spinta al limite dell’audacia.
È impossibile fare previsioni su chi la spunterà. O forse, è tutta un’invenzione macchinata dall’artista francese. Il diavolo però ci ha messo la coda…

Quando l'artista diventa Tiresia

Ne è uscita un bel po’ di caciara per Rimbalza il clandestino, il giochino che quei bontemponi della Lega Nord hanno messo nella loro pagina Facebook. Si tratta di una piccola applicazione con cui ci si diverte a respingere in mare alcuni di quei tanti sventurati che rischiano la vita per attraversare il Mediterraneo e sfuggire a guerre e miseria.
I militanti della Lega evidentemente ignoravano che Antonio Riello, dieci anni fa, avesse realizzato Italiani brava gente, un videogioco in stile arcade in cui si sparava contro gli albanesi che sbarcavano in Puglia per occupare il nostro suolo e commettere qui i reati più spietati (l’intento era ovviamente critico nei riguardi dell). È proprio vero che la realtà supera i gran lunga l’immaginazione, anche quella degli artisti…