Ho letto un bel pezzo sull’ultimo Venerdì di Repubblica, firmato da Gianni Barbacetto, che racconta l’avventurosa vicenda di Flavio Briatore (anche dal punto di vista dei rapporti con la giustizia e delle sue frequentazioni di persone di ambienti non certo raccomandabili). Ma la cosa che mi ha colpito di più – e che ho appreso con un certo sconcerto – è che Briatore è considerato urbi et orbi un arbiter elegantiarum. D’altro canto sono note le sue amicizie nel settore della moda e del lusso. La sua immagine è quindi quella del ricco dal gusto raffinato e seducente, del “mannaggia a lui magari ce lo potessimo permettere pure noi!”
A conferma di questo c’era un’immagine del trendyssimo Flavio nazionale, in una delle sue dorate magioni in stile impero in uno dei quartieri cool di una delle città più glamour del mondo, con una bella palla sul tavolino. Fantastica, sarà tutta d’oro. Una di quelle opere di cui parla Bonami (a dir il vero facendo casino, ma almeno ci si diverte) nel suo Lo potevo fare anch’io.
Che il Bria sia un ennesimo Trimalcione? Personalmente non ho dubbi.
A conferma di questo c’era un’immagine del trendyssimo Flavio nazionale, in una delle sue dorate magioni in stile impero in uno dei quartieri cool di una delle città più glamour del mondo, con una bella palla sul tavolino. Fantastica, sarà tutta d’oro. Una di quelle opere di cui parla Bonami (a dir il vero facendo casino, ma almeno ci si diverte) nel suo Lo potevo fare anch’io.
Che il Bria sia un ennesimo Trimalcione? Personalmente non ho dubbi.