Si può a discutere a lungo su quale definizione dare al Bene Culturale. Ce ne sono svariate, ognuna con una sfumatura che permette di sottolineare un aspetto o un punto di vista particolare. La cosa che più mi sta a cuore è però una concezione arcaicamente antieconomica che sembra abitare il nostro Paese: il fatto cioè, che essendo bene “supremo” sia in qualche modo indisponibile a fruttare e vada solo difeso o protetto. Mi spiego meglio.
Se ho un magnifico cratere a figure rosse del III sec.a.C. che non riesco ad esporre o non ho la forza per informare le persone che c’è e che merita di essere visto, è meglio che lo affidi (con tutte le garanzie del caso) ad un museo estero che riesce a farne una meta turistica. A chi giova avere i musei vuoti e le opere indisponibili?
Nonostante le tante contestazioni, hanno infatti fatto bene i responsabili del Louvre a prestare alcune delle loro opere ai pacchiani arabi mediorientali. Oppure continuiamo a sprecarlo il nostro oro, come raccontava il bel servizio di Rai 3 di domenica scorsa?
Qui non ci arriveremo mai. Troppi sacrari da abbattere, una cultura passatista e antimanageriale da prendere a martellate. Mentre continuano a languire tesori nei nostri forzieri…
Se ho un magnifico cratere a figure rosse del III sec.a.C. che non riesco ad esporre o non ho la forza per informare le persone che c’è e che merita di essere visto, è meglio che lo affidi (con tutte le garanzie del caso) ad un museo estero che riesce a farne una meta turistica. A chi giova avere i musei vuoti e le opere indisponibili?
Nonostante le tante contestazioni, hanno infatti fatto bene i responsabili del Louvre a prestare alcune delle loro opere ai pacchiani arabi mediorientali. Oppure continuiamo a sprecarlo il nostro oro, come raccontava il bel servizio di Rai 3 di domenica scorsa?
Qui non ci arriveremo mai. Troppi sacrari da abbattere, una cultura passatista e antimanageriale da prendere a martellate. Mentre continuano a languire tesori nei nostri forzieri…