Aiuto. Non ne posso più. Trenitalia anche oggi mi ha massacrato: ritardo di due ore, treno soppresso in corsa (pindarico giro di parole in burocratese ferroviario per dire che ci hanno fermati e costretti a prendere un altro convoglio). So già la risposta quando chiederò il rimborso: “le cause non sono imputabili a nostra colpa”. Oppure “il risarcimento è dovuto solo nel caso in cui avesse prenotato sei mesi fa su internet pagando in anticipo e lasciando sua madre in cauzione”.
Per fortuna che almeno questa volta urlerò io. E non più quei bambini deficienti, figli di genitori deficienti, che mi hanno rotto le scatole per tutto il viaggio in treno, piangendo e parlando ad un tono di voce folle. Voglio andare in Germania.