Calalascure su Calatrava

L’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici ha emesso ieri una sentenza nella quale si giudica “non pienamente funzionante” il ponte progettato da Santiago Calatrava per Venezia. In maniera particolare, per il collaudatore vi sarebbero “una serie di riserve affatto secondarie sulle condizioni di sicurezza in esercizio dell’opera, tanto da non potersi escludere anche interventi tempestivi per ripristinare i livelli di sicurezza minimi della norma”. Beghe insomma, e vedremo se il Comune – che fortemente ha voluto che questa opera venisse realizzata – lascerà perdere o affilerà le armi.
Nella pratica il ponte risulta molto bello, ma sostanzialmente inopportuno in un contesto in cui non mancano le emergenze architettoniche. Il buono spunto (che avrà difficoltà ad essere imitato in un paese in cui le Soprintendenze sono un cancro per lo sviluppo di un architettura e seria e adeguata ai tempi) è che in un contesto storico sedimentato si può intervenire con del nuovo.
Per il resto – ma il mio è un commento soggettivo da utente – è angosciante fare quel ponte, dato che gli scalini hanno porzioni traslucide alterate ad altre opache che ingannano la vista, e poi, poiché il progetto è stato pensato le dimensioni della pedata non costanti costringono a guardare continuativamente a terra. Manca insomma quella euritmia che è caratteristica dei ponti veneziani, mentre si avverte chiaramente l’impatto della tecnologia e dei nuovi materiali.
Speriamo invece che sia l’occasione per un po’ di dibattiti sul futuro dell’architettura…

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