Non (ri)voltarti adesso

Possiamo dire che non è vero, che è la solita cosa montata dai giornalisti. Eppure Non voltarti adesso, ospitata al Museo Ca’ Pesaro, pare proprio la risposta intellettuale e radical chic (o radical cheap) all’italico padiglione della Biennale di Venezia. L’intellighenzia di sinistra si oppone e produce, riunita nell’unica lobby buona e pulita: quella loro. Condivido l’imbarazzo per essere mal rappresentato in un contesto internazionale, ma cosa ci si può aspettare da un ministro dei Beni Culturali che scrive poesie agiografiche ad un premier che ha i tacchi più alti delle tante donne -beato lui- con cui si accompagna?
Molto adolescenziale opporsi con una mostra, anziché manifestare. Anzi, direi pure molto borghese, per bene. Ma perché nessuno ci ha provato a manifestare nei giorni dell’inaugurazione, con tanto di ministro, politi e critici? Nessun volantino, in italiano e inglese, che spiegasse al pubblico degli addetti ai lavori come l’operazione profumasse di mercato piuttosto che di arte, e che nel Bel Paese c’è anche ben altra ricerca! Forse è molto più comodo fare autoreferenzialmente gli intellettuali secessionisti, e non ci si taglia nemmeno le gambe da soli…

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