Invito su carta. Ma quanto ci costi?

Oggi la cassetta della posta mi regalava il piacere di ben otto inviti a mostre in gallerie ed istituzioni pubbliche. Il che, evidentemente, fa molto piacere. A differenza di quelli inviati per email (in cui gli aspetti fondamentali sono l’efficienza e la rapidità), gli inviti cartacei hanno un dannato fascino che ancora è inspiegabile, tanto più nell’epoca in cui viviamo, basata sulla telematica, sui mezzi virtuali o inconsistenti. Ma valutiamo l’operazione di invio cartaceo in un momento di tagli disumani alla cultura, il che, una volta di più, fa incazzare.
La spedizione del più grande degli inviti, ad esempio, costa € 1.40 ed è stata fatta dalla Regione Veneto – mi immagino a millecinquecento/duemila persone – come lettera normale (non cioè in modalità di recapito massivo). Il che fa una spesa che oscilla tra 2/3mila. A questi vanno aggiunti i costi di stampa, che è stata fatta in un non certo economico cartoncino.
Gli inviti delle gallerie (eccetto uno a 60 cent) mi sono stati mandati invece con Posta target e costano 31 centesimi, praticamente un inezia a confronto. Se gli inviti della mostra di Finzi fossero stati mandati con Posta target si sarebbero cioè risparmiati circa 1600-2100 euro. Una cifra considerevole, non tanto forse per il budget di questa mostra a Villa Contarini, quanto nel totale di un’amministrazione come la Regione Veneto (provate a chiedere 2mila euro di contributo per una mostra e vedrete cosa vi risponderanno).
Anche valutando la cosa dal punto di vista dell’immagine e del prestigio che si vuol costruire attorno ad un evento, ne vale veramente la pena? Non stiamo buttando all’aria dei quattrini pagando un costo-opportunità troppo elevato?

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