Art(bell)issima e i culi in più

Non c’è che dire, quest’edizione di Artissima rasenta l’eccellenza. Gallerie di ricerca, ma soprattutto opere davvero significative, che sono poi il fattore discriminante. Ma anche il taglio curatoriale dato è ancora più affilato: sono poche le gallerie che lavorano con artisti già ampiamente storicizzati e molte invece quelle che presentano la punta estrema del contemporaneo (sarei curioso di sapere la media dell’età degli artisti). La città poi offre iniziative a raffica, con la grande novità della collaborazione con i teatri, oltre a quelle delle fondazioni e dei musei.Un’Artissima però che è sempre più istituzionale, più festival, e quindi sempre meno fiera. Le parole del direttore Bellini – ma anche dei soggetti politici, istituzionali e del mondo del credito presenti alla conferenza stampa – hanno sottolineato proprio la volontà di farne un evento culturale, di promozione del territorio. E il mercato ci chiediamo? Chissenefrega! Pagano gli sponsor e il settore pubblico…Una nota stonata e di cattivo gusto? Che ci fanno le ragazze discinte che portano in giro volantini per i padiglioni? Non siamo mica a Palazzo Grazioli!

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