L'olimpica Venezia

Un occasione imperdibile: fare le Olimpiadi del 2020 nel triangolo Venezia-Padova-Treviso. Queste le parole di Massimo Cacciari, che evidentemente pensa alla manifestazione come (ultima?) occasione per dotare di infrastrutture la città lagunare e al suo hinterland sulla terraferma. Ma la città sarà in grado di reggere il peso di un simile evento?
Lo sarebbe se uscisse dalla logica conservativa dallo stesso Cacciari sostenuta (vi ricordate il sue folle motto sulla ricostruzione della Fenice, “Com’era, dov’era”?), se definitivamente diventasse un città moderna ed europea, non una Disneyland sull’acqua con alberghi carissimi in cui bisogna stare attenti a non farsi truffare da bar, ristoratori & co. No, non ha senso diventare olimpiche se non cambia la mentalità da bottegari che ti vogliono fottere o da intellettuali che guai a toccare qualcosa. Se non si costruisce anche urbanisticamente qualcosa di nuovo, come ad esempio una metro cittadina o un qualsiasi altro efficiente sistema di trasporti. Se non si diventa non tanto moderni, ma contemporanei.
Fa strano che questa proposta venga da Cacciari, ma il narciso sindaco filosofo sa fare bene i conti, anche sulla propria poltrona. Per una volta sono d’accordo con lui, ed è perfino d’accordo il governatore Galan.
Si sottragga questa città da soprintendenze dal soffocante giogo della storia e si decida di abbracciare il mondo nuovo che dovrà venire.

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