I magnifici tessuti di Berlino

Di ritorno da Berlino, con l’amarezza che tutto quello che è possibile in quella città risulta quasi precluso al nostro Paese. Lì da un fabbrica dismessa può nascere un istituto di arte contemporanea o un centro culturale per l’insegnamento della musica. Lì la cultura è importante. E poi regole e le normative si applicano se hanno un’utilità, ma si possono anche trascurare poiché la responsabilità individuale fa fede sulle decisioni, anche quelle collettive.
Gli stracci di quella città ferita dalla guerra fredda, dall’ideologia e dalla dittatura, servono ora per costruire magnifici tessuti. Non si sente a Berlino il fetore geriatrico che ammorba le nostre stanze dei bottoni, bensì un giovanile ed entusiastico sudore del fare.
Non mi era mai capitato prima di vergognarmi così tanto di essere italiano.

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