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Il giorno dell’inaugurazione del Padiglione inglese Steve McQueen era attorniato da un folla di giornalisti, fotografi e cineoperatori. Una massa vociante che strideva contro la faccia seriosa da intellettuale di colore incazzato e look alla Spyke Lee dell’artista chiamato a rappresentare il Regno Unito. Non so cosa abbia pensato McQueen, ma di sicuro ha ricevuto lo stesso trattamento riservato ad una star. E infatti, solo per prenotare la visita – e non per vedere – c’era la coda. D’altronde i sudditi della Regina, assieme ai cugini Americani, sono abituati a fare le code per le grandi occasione mediatiche (e commerciali), dall’uscita del nuovo Ipod o di Harry Potter al concerto dell’idolo di turno: una umanità in fila.
Sensazione finale? Sentirsi ridicoli, tanto più perché, dopo averlo visto, il progetto non convince. E pare che abbiano proprio voluto costruire un evento piuttosto che badare alla sostanza.
C’era una grande coda anche nel 2001 per Schneider era tutta altra cosa…
Fanculo l’artistar!

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