Venti euri a Pinault

Venti euri. È questo che si paga per vedere la magnifica collezione di arte contemporanea di François Pinault nelle due sedi veneziane di Palazzo Grassi e della meravigliosa Punta della Dogana. E per fortuna che musealmente la città sarebbe sguarnitissima sul contemporaneo, se si eccettua il Guggenheim, e le mostre temporanee.
Eppure quella cifra pare troppo elevata. Troppo elevata per i visitatori che a Venezia vengono continuamente seviziati e taglieggiati (il traghetto costa come un taxi, un’aranciata come un bicchiere di Barolo), troppo elevata per le benedizioni di Cacciari che ha smesso di fare l’intellettuale di sinistra e ha incominciato a fare invece il sindaco che fa i conti con la realtà, scordandosi che Monsieur Pinault, più di un mecenate, è un lucidissimo imprenditore.
Vabbeh, intanto paghiamo, la bellezzaa costa. Ma qualche euro in meno si poteva fare, no?

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